tag:blogger.com,1999:blog-322177392024-03-13T04:06:31.254+01:00pensieri blusemplicemente, pensieri colorati. Talvolta verdi, talvolta rossi... talvolta gialli come il sole. Ed a volte, qualche pensiero blu.
come la malinconia.Unknownnoreply@blogger.comBlogger403125tag:blogger.com,1999:blog-32217739.post-66676952558260773152012-12-16T06:22:00.002+01:002012-12-16T06:24:53.166+01:00Dream BIGCi sono momenti nella vita in cui capisci qualcosa di importante, in cui la confusione che hai in testa, per un minuto buono, si dissolve. Per cui vedi chiaramente il mondo e te stesso.<br />
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Mi vergogno un po' a pensare che una riflessione tanto importante sulla mia vita mi sia venuta un sabato pomeriggio stravaccata sul divano a mangiare mac and cheese e a guardare Glee. Si insomma, vorrei poter dire che, leggendo le confessioni di San'Agostino, mi e' apparsa la verita'. Vorrei dire che l'Ulisse di Joice mi ha cambiato la vita. Almeno Siddharta, per dio! Banale ma comunque piu' dignitoso. Invece no, e' stata la riedizione nuovo millennio di saranno famosi.</div>
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Comunque, da show banale e adolescenziale quale e' Glee, sforna banalita' e luoghi comuni che fanno tanto bene al cuore. E sono le banalita' che ti fregano. La puntata che guardavo era incentrata su un gruppo di ragazzini che stanno per diplomarsi e non sanno bene che fare della propria vita. I loro compagni combattono per inseguire i propri sogni, e loro sono li, un po' confusi un po' ciula, a farsi trascinare, a cambiare idea ogni cinque minuti, a non saper che fare. A non fare proprio nulla. Mi ricordavano qualcuno...</div>
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Per fortuna c'e' l'insegnate ex machina. </div>
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"Che cosa sognate?" </div>
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Ognuno in TV trova la sua risposta. Magari fallisce, magari ci riesce: sicuro ci prova. Perche' "non sono i sogni spezzati che ti spezzano il cuore: sono i sogni che non hai avuto il coraggio di sognare" (bene al cuore, bene al cuore, bene al cuore). La lezione e' provarci, che la vita e' una, ne vale la pena, eccetera eccetera... sbadiglio. Cinismo. Eppure.<br />
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Un attimo di debolezza.</div>
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Che cosa sogno, io? Che cosa ho mai sognato, che cosa sto inseguendo da 35 anni? Cosa sognavo quando quindicenne tornavo da scuola? Cosa sogno adesso mentre in ascensore aspetto di arrivare al trentaduesimo piano? Cosa mi fa uscire di casa la mattina?</div>
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Mi sono trascinata fin qui, inseguendo sogni preconfezionati che ho accettato con serena passivita'. Laurea, dottorato, borsa di studio. Sogni piccoli. Ma la lista delle tappe convenzionali si assottiglia, e arriva prima o poi il momento di prendere in mano la propria vita e inseguire i propri sogni.</div>
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Qualcuno ha un sogno da prestarmi?</div>
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... <i>fingo di aver capito </i></div>
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<i>che vivere e' incontrarsi</i></div>
<div style="text-align: right;">
<i>aver sonno, appetito</i></div>
<div style="text-align: right;">
<i>fare figli, studiare</i></div>
<div style="text-align: right;">
<i>bere leggere amare</i></div>
<div style="text-align: right;">
<i>grattarsi</i></div>
<div style="text-align: right;">
[F.Guccini]</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-32217739.post-13809606171515609472012-03-04T05:36:00.004+01:002012-03-04T05:51:19.416+01:00lo specchioe' tutto chiaro, e' davanti a me. Lo vedo chiaramente, cosi' chiaramente che mi chiedo come mai io non le abbia sempre viste certe cose. Era tutto li. Eppure da piccola devi ancora imparare cosa sia la normalita', ed e' una bella scommessa. E' un gran bel rischio. Rischi di uscire di casa con un'idea malata, con delle lenti deformi attraverso le quali guardare il mondo.<br /><br />Violenza. Paura. Insicurezza. Timidezza. Depressione. Impotenza. Sono tutte caselle di una stessa ruota. Per qualcuno il gioco e' fatto, la puntata non si puo' piu' ritirare. Rien ne va plus. <br /><br />Lascia pure che la ruota giri. Qualcuno, prima o poi, vincera' qualcosa.Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-32217739.post-53890092936930365372011-04-16T12:56:00.014+02:002011-12-25T08:22:17.035+01:00il cassetto della cucinaE' impossibile tenere in ordine tutto. C'e' sempre qualcosa che avanza, qualcosa che proprio negli altri cassetti non centra nulla. Qualcosa che non rientra nell'ordine della cucina, che non rientra nelle caselle precostituite e nei razionali comparti svedesi. Eppure non riesci a buttarlo. Forse ti servira', lo cercherai, forse un giorno... chissa'. Forse un giorno ti ci ritroverai.<br /><br />Mia mamma, a casa, in cucina, ha un cassetto cosi', lo ha sempre avuto. Un cassetto disordinato di cose che non hanno un ordine, forse nemmeno un senso. Un cassetto furbo, di espedienti dettati dall'esperienza, di ricordi che non hai voglia di buttare, di accendini scarichi, elastici aggrovigliati che tenevano il prezzemolo e matite spuntate. C'e' un blocchetto che quando ti serve non trovi mai, tappi di bottiglia, e quel uniposca dorato con cui si scrivono gli auguri di Natale. <br /><br />C'e' sempre un cassetto di ricordi meravigliosi, dolorosi e impolverati che proprio non puoi lasciare andare. C'e' sempre un cassetto per le domande irrisolte, quelle importanti e intili a cui lo sai, non saprai mai rispondere. C'e' sempre un angolino libero, in quel cassetto, per la tua malinconia.Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-32217739.post-36622997364026839882010-10-10T12:55:00.003+02:002010-10-10T12:57:52.311+02:00questo mi ha fatto piangerevale la pena di leggerlo. Se non altro per ricordarsi come puo' essere crudele la normalita'. <br /><br /><a href="http://blackcat.bloggy.biz/archive/3280.html">http://blackcat.bloggy.biz/archive/3280.html</a>Unknownnoreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-32217739.post-78887907865039267082010-04-08T14:42:00.003+02:002010-04-08T14:48:24.598+02:00piomboe' come se tutto il mondo, fuori, brillasse di campanelli d'argento. E io risuonassi di piombo ottuso opaco pesante sporco. Grigio.Unknownnoreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-32217739.post-45311092426832093622010-04-03T14:49:00.005+02:002010-04-06T14:00:25.797+02:00foto sul muro<div><br /></div><div>E quando me ne andro' dai 33 m2 di casa mia, che sono 33 come i miei anni ed infantili e pieni e caotici e disordinati come i miei anni, quando me e adro' da qui e dalla mia vita, cosa riusciro' a sigillare negli scatoloni? E in una casa piu' grande e asettica e dall'altra parte del mondo, cosa attacchero' sul muro, di che colore improbabile saranno le mie nuove tende? Cosa comprero' per sentirmi a casa, cosa comprero' con i soldi verdi del mio nuovo stipendio? Quali foto terro' appese, quali visi sono diventati importanti, quali visi sono ormai da dimenticare?</div><div><br /></div><div>Ho una foto appesa in cucina, dove io e francesco siamo insieme, al balcone di san grato. Io rido, e' la festa per la mia laurea. Ero felice. E c'e' francesco di fianco a me, con il suo solito sguardo un po' triste, e quel sorriso un po' tirato, come se gia' vedesse cosa sarebbe successo tra noi. Come se gia' lo avesse dentro. Tante persone mi han chiesto perche' di quella foto, "e' una persona importante per me, in ogni caso" rispondevo. "Ma come sopporti la sua vista, ma non lo odi?".</div><div><br /></div><div>No non lo odiavo. Ho appeso quella foto piu' di cinque anni fa, lo amavo ancora semmai. Insieme ci sono foto di mio fratello, dei miei nipoti. Della claudi, di licia e della cri. Ci sono foto mie, fatte sempre da andrea, sempre dietro all'obiettivo. C'e' una foto di mia nonna al mare, che guarda lontano, ed io un po' dubbiosa seguo il suo sguardo e stringo in mano una girandola colorata, con il mio caschetto castano inizio anni 80. Poi c'e' la foto di una bellissima bambina con i boccoli biondi e i grandi occhi tristi. Gia' tristi, accidenti.</div><div><br /></div><div>Ho guardato la foto di francesco e per la prima volta ho pensato che non abbia senso che rimanga li'. Semplicemente non ha senso. L'ho coperta, lentamente, ho lasciato solo il mio viso, io continuo a ridere lo stesso. E di suo in questa casa ora non c'e' davvero piu' nulla. </div><div><br /></div><div>Quali foto nuove appendero' al muro?</div>Unknownnoreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-32217739.post-39487566078702156712010-03-14T23:58:00.011+01:002010-04-14T14:40:05.655+02:00Alors on dance<div style="text-align: justify;">Fa ancora freddo a tornare a casa, e l'aria di primavera non e' piu' quella di ieri. Sollevo il cappuccio della giacca e mi sembra di sparire dalla citta', mi sembra di essere chi non sono mai stata, anche meglio: mi pare di non essere piu' nessuno. Stranieri incrociano la strada e i miei pensieri. Spariscono in uno sguardo distratto, e quello che rimane e' l'immensa cattedrale vuota, senza persone senza preghiere senza speranze ed anche senza Dio.</div><div><div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ho voglia camminare e guardare il lago e sedermi sul molo e disturbare i cigni e ascoltare la citta' che dorme. In casa soffoco e il profumo della gardenia quest'anno mi pare solo nauseante. Sara' che sto per partire, sara' che devo scrivere la tesi o che non sono piu' capace di innamorarmi. O forse non lo voglio nemmeno piu'. Quest'anno va cosi'. Se dobbiamo parlare, parliamo.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">e se dobbiamo ballare, balliamo.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div><object width="400" height="300"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/v2gRSTofDsk&hl=en_US&fs=1&"><param name="allowFullScreen" value="true"><param name="allowscriptaccess" value="always"><embed src="http://www.youtube.com/v/v2gRSTofDsk&hl=en_US&fs=1&" type="application/x-shockwave-flash" allowscriptaccess="always" allowfullscreen="true" width="400" height="300"></embed></object></div></div></div>Unknownnoreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-32217739.post-73601977612446832352010-03-05T08:36:00.010+01:002010-03-05T13:17:43.644+01:00Diciannove<div style="text-align: justify;">Venti, trenta, cinquanta. Diciannove anni. La linea del tempo si accartoccia su se stessa e passato e futuro si confondono. Io mi raggomitolo nel mio letto e nei miei pensieri, abbraccio la papera di quando ero piccola e mi perdo tra gli anni sconnessi della mia vita.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il rosario dei giorni si e' rotto e le preghiere rotolano per tutta la casa. Rimango, passiva, guardando il singolo infinito rimbalzo di ogni perla, ascoltando il sonoro tac sul parquet, il sonoro crack nel mio cuore. Registro con gli occhi il loro correre via veloce, il rotolare del tempo in direzioni multiple, il raggrumarsi arbitrario degli eventi della mia vita. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il filo e' rotto, le perle sparse. Valle poi a ritrovare. Sotto il divano, dietro agli armadi, non brilleranno piu' nel buio le tue preghiere. D'altra parte il filo era consumato: troppe lacrime, troppe speranze. Consumato dalla voglia di cambiare, dalle gioie troppo intense e dalle disillusioni troppo frequenti. Dalla tensione costante dell'attesa. Non poteva reggere, e' normale, non fartene una colpa. E se ora tutto si confonde dentro di te, se il tempo stesso perde di ordine logico e consequenziale, se ieri e domani non hanno significato, rilassati: con causa e conseguenza hai perso anche ogni responsabilita'. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Paure antiche si proiettano nel tempo che verra', se verra'. O e' il contrario? Specchi deformi riflettono nel presente le ansie del futuro, e io mi sperdo in una vita senza capo ne' coda. Dell'inizio non ci ricordiamo, della fine non ci ricorderemo. E nel mezzo rimane un grumo irrisolto di sensazioni, e il dubbio che crescere sia una parola senza senso. Io sono, e come sono ero, e come sono saro'.</div>Unknownnoreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-32217739.post-73702507671126614212010-02-04T11:38:00.011+01:002010-02-04T12:27:42.493+01:00perfetto<div style="text-align: justify;">Tutto era perfetto di te. Il tuo sorriso, i tuoi occhi neri, la tua voce calma. La tua risata. I tuoi denti perfetti, eri perfetto.<br />Era perfetta la tua casa silenziosa, la tua cucina, i disegni dei tuoi fratellini attaccati al muro. <br />Erano perfeti quei piccoli frutti dolci che sbucciavi per me.<br />Erano perfette le tue idee.<br />La tua generosita'.<br />I tuoi baci.<br />Le tue mani grandi.</div><br /><div style="text-align: justify;">Cos'e' successo, che non mi ricordo piu'? </div><br /><div style="text-align: justify;">Ditemelo cos'e' successo, vi prego. Ricordatemelo. Fatemi del male, fatemi ricordare il passato, fatemelo rivivere ogni giorno. Traditemi, umiliatemi. Mentite guardandomi negli occhi. E poi fuggite, fuggite lontano, fuggite tutti. Se non lo fate voi, ve lo faro' fare io. Perche' mi devo ricordare. Fatemelo ricordare come ci si sente quando la mattina non hai la forza di alzarti dal letto. Ancora ed ancora ed ancora ditemi urlando cosa vuol dire piangere per ore, finche' il respiro ti si mozza e la volonta' si annulla. Ricordatemi cosa vuol dire incominciare a tremare e non riuscire piu' a smettere. Ditemi cosa vuol dire sentirsi abbandonata. Fatemi credere di morire. Promettetemi il mondo, e poi sparite. Giuratemi amore, baciatemi in stazione, stringetemi forte e giurate che tornerete in un mese esatto. Fatemi sognare, fatemi credere, convincetemi che e' amore. Poi calpestatemi, di nuovo e di nuovo e ancora. Lasciatemi ad aspettare un viaggio a New York che non arrivera' mai, lasciatemi ad aspettare una telefonata che non farete mai. Trattatemi male. Fatemi sentire presa in giro, non una volta ma mille un milione un miliardo di volte. Perche' io non mi voglio dimenticare quello che e' successo. Fatemi pensare che me lo merito, perche' almeno avrebbe un senso. Fatemi pensare che la felicita' sia per gli altri. Lasciatemi sola. </div><br /><div style="text-align: justify;">Fatemi ricordare, per favore. Non devo dimenticare. Perche' io non voglio piu' amare.</div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-32217739.post-84209885969666996932010-01-15T20:42:00.006+01:002010-01-15T21:26:56.830+01:00Solo (and again)<div style="text-align: justify;">Solo... Siamo bambini viziati. Si inizia sempre con un "solo". Mi e' solo simpatico. Voglio solo parlargli, voglio solo prenderci un caffe'. Voglio solo conoscerlo meglio, voglio solo che mi noti, voglio solo che mi stimi. Voglio solo sedermi di fianco a lui al ristorante. Voglio solo essergli amica. Voglio solo passare un po' di tempo con lui. Da sola. Voglio solo sapere come sta, voglio solo dirgli buona notte. Ma no, figurati, volevo solo fare una battuta... solo.. Voglio solo che mi abbracci per scaldarmi quando sono triste. Voglio solo sfiorare la sua mano mentre camminiamo fianco a fianco, voglio solo avvicinarmi al suo viso per guardarlo negli occhi piu' da vicino. Mi basterebbe. Voglio solo sentirlo ridere. Voglio solo vederlo felice. Voglio solo un bacio, uno solo e poi solo un'altro.</div><br /><div style="text-align: justify;">Voglio solo innamorarmene.</div><br /><div style="text-align: justify;">Voglio solo dimenticarlo.</div><br /><object width="400" height="3oo"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/r8hbH2GaJrk&hl=en_US&fs=1&"></param><param name="allowFullScreen" value="true"></param><param name="allowscriptaccess" value="always"></param><embed src="http://www.youtube.com/v/r8hbH2GaJrk&hl=en_US&fs=1&" type="application/x-shockwave-flash" allowscriptaccess="always" allowfullscreen="true" width="400" height="300"></embed></object>Unknownnoreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-32217739.post-20845824759190307532010-01-13T02:25:00.001+01:002010-01-13T02:25:35.780+01:00sono le due e mezzoe stanotte, di dormire, non c'e' proprio verso.Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-32217739.post-45468976514545273802009-12-01T22:42:00.007+01:002009-12-02T09:01:33.088+01:00Due seratedue serate in casa. A montare la cassettiera. A guardare la televisione svizzera. A mangiare, mangiare, mangiare. Tonno. Anacardi. Cioccolato. Pasta. Pan speziato. Grappa. Telefilm.<br /><br /><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiClLT2g35O-l-KydmBeQWKOSU33C7gEW3GyI_1W_ABXx99adlz0pxu5z5UuDvpGLXQQaZv9lDZhg5ulgtqq9YG7M-OKTJp48sA-QFada7k5YxryIt-WKya3Fw6dz3C4KWbQkSi/s1600/_progetti_storia-novecento_nascita-della-televisione_logo_rai.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 220px; height: 205px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiClLT2g35O-l-KydmBeQWKOSU33C7gEW3GyI_1W_ABXx99adlz0pxu5z5UuDvpGLXQQaZv9lDZhg5ulgtqq9YG7M-OKTJp48sA-QFada7k5YxryIt-WKya3Fw6dz3C4KWbQkSi/s320/_progetti_storia-novecento_nascita-della-televisione_logo_rai.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5410400497400293298" /></a><br /><br />io non esco piu'. Domani c'e' anche un bel film sulla uno.<br /><br />Si, lei lo sa.Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-32217739.post-2075274345797814872009-11-23T09:16:00.009+01:002009-11-25T17:32:44.702+01:00sogno di una notte a Parigi.Siamo insieme, tu guidi la macchina di matte. In svizzera. Ci fermiamo in un paesino medievale, cerchiamo un parcheggio, ma tu non hai voglia di far fatica, cosi' parcheggi nella piazza centrale, di fianco alla bella scalinata che porta verso lago. Una ruota e' in bilico sul primo gradino, il resto della macchina parzialmente nascosto da un grande contrafforte. La macchina e' instabile e storta come un quadro cubista. Io sono sicura che non si possa parcheggiare li, mi preoccupo, ma tu mi dici di lasciar perdere. Sei scocciato, di fretta. Sto ancora pensando alla macchina, ti dico che secondo in quel punto disturba: faccio per prendere la scalinata per tornare a vedere, ma tu ti arrabbi, mi deridi, mi dici che non sei certo disposto a fare tanta fatica. Mi dici che non sono fatti miei, di non pensarci, ti giri e ti allontani. Mi ferisce quello che dici, ma lo accetto. Ti seguo, e cerco di smettere di pensarci.<br /><br />Passeggiando, al fianco ma senza parlarci, arriviamo lago. Il paesaggio e' splendido, lunare e silenzioso. Ma e' notte, e mi rendo conto che c'e' qualcosa di profondamente sbagliato: dovrebbe essere mattino. Come puo' essere ancora notte? non mi torna, ma non importa, e' splendido, inquietante e splendido. Il lago e' di un nero profondo, eccetto una macchia azzurra brillante nel centro, meravigliosa e intensa come puo' essere solo il mare di alcune spiagge sarde, o un secchio di vernice. Puro colore. <br /><br />Mi avvicino per vedere meglio. Strano. Mentre mi avvicino vedo qualcosa che si muove. E mi rendo contro che ci sono dei mostri nell'acqua, si vedono in controluce nella parte piu' chiara. Uno, poi dieci, poi a centinaia. Enormi. I mostri si mangiano il colore, forse disturbano il fondale, chissa': la macchia azzurra incomincia a confondersi con il nero delle acque circostanti, con il nero dei mostri. Sta perdendo tutta la sua luce. Sono sconvolta, alzo il viso in cielo e mi rendo conto che la luna e' scomparsa, come una lampadina appena spenta. Rimane solo un alone, una memoria ottica, un'idea destinata al mondo tra i sogni e le illusioni.<br /><br />E' mattino ora, d'improvviso. La luce livida e piatta del mattino invade prepotente ogni cosa che mi circonda, la loro anima non puo' piu' trasparire. Tutto e' grigio ora ai miei oggi, ed io sono sola. Tu sei tornato al lavoro, senza nemmeno aspettarmi. Mi hai mandato un sms.Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-32217739.post-43892680087932256852009-11-23T01:32:00.004+01:002009-11-24T00:01:22.954+01:00Parigi quinto giornogiornata con uno strano andamento. partita bene, depressione a centrocampo, climax finale. Sono troppo stanca per stare raccontare, e non sono stata abbastanza sola con il mio bloc notes per produrre qualcosa di decente. Ma domani museo d'Orsay, e si ricomincia.<br /><br />Ho cancellato 300 sms vecchi - e ne ho mandato uno nuovo.Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-32217739.post-57692608691299670752009-11-21T19:05:00.002+01:002009-11-21T19:07:56.628+01:00Quarto giornoMeno da dire, molto meno da dire. Finalmente una giornata non passata da sola. Mi serviva. Brunch in casa, mostra di fellini. Stasera cena al cinese e film - almeno questi i progetti per ora.<div><br /></div><div>Sto meglio, oggi ho anche mangiato un sacco! </div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-32217739.post-57004116684336718322009-11-20T11:26:00.004+01:002009-11-21T19:17:54.522+01:00Terzo giorno - La senna<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPH8NsceB7N8csPp6tzUzPp5CPFDhIkj9VRV2XwjLysELFcd8nZkkdcEmTS4g-Owu4O8V5FiyHGj26swHtTR-T_OgxDpUe4fh59M2MUwasHX-B3naPZ5VElCet8L7EV6_7Bi2C/s1600/Immag0092.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 240px; height: 320px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPH8NsceB7N8csPp6tzUzPp5CPFDhIkj9VRV2XwjLysELFcd8nZkkdcEmTS4g-Owu4O8V5FiyHGj26swHtTR-T_OgxDpUe4fh59M2MUwasHX-B3naPZ5VElCet8L7EV6_7Bi2C/s320/Immag0092.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5406622801457246562" /></a><br />Il terzo giorno a Parigi e' una splendida giornata di sole. Seduta sul bordo della senna, tra il Louvre e Pont Neuf, scrivo. Di mia mano, su questo blocco. E penso.<div><br /></div><div>Il mio cervello non riesce a smettere di tritare pensiei, immagini, ricordi e paure e speranza. Senza sosta. La notte quando sto per addormentarmi. Il mattino, quando mi sveglio. Ed ora. Seduta sul bordo di un fiume color petrolio.</div><div><br /></div><div>Ascolto. Il traffico di parigi scorre dietro di me, si ingolfa, romba, riparte, starnazza e corre. Ma di fronte a me sono le lacrime di parigini che scorrono piano. Dove vanno a finire le lacrime versate sul cuscino?</div><div><br /></div><div>Il sole mi accarezza dolcemente, sembra primavera. I turisti girano con le loro nikon, le sanno usare a mala pena, proprio come me. Gli alberi toccati dal sole sembrano d'oro, e la gente vorrebbe catturare quest'attimo. Proprio come me. Che sto scrivendo su questo stupido blocco.</div><div><br /></div><div>Ma il tempo non si ferma, e le foto deludono sempre. </div><div><br /></div><div>Di questo momento voglio ricordare i colori. La pietra chiara, le foglie gialle, la senna plumbea. Di questo momento ricordero' il grido del gabbiano che sfiora l'acqua. </div><div><br /></div><div>Il grido.</div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-32217739.post-2245201747083343022009-11-19T16:10:00.003+01:002009-11-21T20:52:29.286+01:00Pompidou - foto<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhxRo27okxqUUutcdB_OcB6rJtndKUQoDG9n-t35E9_ZUnHPwInVdaw1RCEOOsImNdO6WjZf4X4LgkEGuVZ9cBYs6yQIf-O8SsCFVAasWZxvR_D__-gu10YrwPbievOR8SBV_e3/s1600/Immag0091.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 240px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhxRo27okxqUUutcdB_OcB6rJtndKUQoDG9n-t35E9_ZUnHPwInVdaw1RCEOOsImNdO6WjZf4X4LgkEGuVZ9cBYs6yQIf-O8SsCFVAasWZxvR_D__-gu10YrwPbievOR8SBV_e3/s320/Immag0091.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5406623435429733602" /></a><br />la coca piu' cara della mia vita, ma ne e' valsa la pena.Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-32217739.post-78860698682350813192009-11-19T14:15:00.007+01:002009-11-21T20:39:45.205+01:00Pompidou e le veline<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh25S8amq3LykYisc3VjMJ_pJD5Fc4FLUS9UZywV5Duc9Id4lXVVZPNKNFJ4RB4tIWVP9fSwqBASwTQSC3YDE4NIsVdPIgPNfzp-oFJZJnFewyqHOAQueZbCpC0VjuHAhTxxQI4/s1600/birth_feminism.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 247px; height: 320px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh25S8amq3LykYisc3VjMJ_pJD5Fc4FLUS9UZywV5Duc9Id4lXVVZPNKNFJ4RB4tIWVP9fSwqBASwTQSC3YDE4NIsVdPIgPNfzp-oFJZJnFewyqHOAQueZbCpC0VjuHAhTxxQI4/s320/birth_feminism.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5406642435947469474" /></a><br /><div style="text-align: right;"><span class="Apple-style-span" style="font-style: italic; ">image by<br />www.guerrillagirls.com</span></div><br />Cosa fate ragazzine? Guardatevi intorno. Cosa fate con i jeans troppo stretti, gli orecchini troppo pesanti, la testa troppo vuota? Cosa sono quelle maschere che portate in viso, le labbra troppo truccate, gli sguardi troppo annoiati? Correte via, perche' state perdendo tempo.<br /><br />Correte via dalla rassicurante media, dalla normalita' ossessiva. Correte via da stereotipi e paure, correte vie da sicurezze fragili. Incominciate ad amare voi stesse, e non quel modello di velina idiota che vi fa sentire tanto spavalde. Che vi pare tanto piu' facile<br /><br />Perche' il rischio poi e' di svegliarsi a trentanni, con il trucco sbavato sulle prime rughe ai margini della bocca, e rendersi conto solo allora di tutto il tempo perso. Perso ad ascoltare le voci degli altri, mai la tua. Perso a seguire una strada che non hai mai tracciato, solo perche' ti pareva piu' affollata. Perso a lasciar correre la vita.<br /><br />Perso a metterti da parte.Unknownnoreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-32217739.post-73170805934248127252009-11-19T14:08:00.008+01:002009-11-21T20:52:44.095+01:00Pompidou e il sanguedipingere con il sangue.</n><br /><br />La gente e' infelice, come fate a non vederlo, quando siete in metropolitana, quando camminate per strada, quando chiedete un caffe' al bar. La societa' e' malata e il suo malore traspare. L'artista non fa che interpretarlo, come un agnello sacrificale. Incamera il dolore, incarna la follia</n><br /><br />L'artista ci libera dai nostri mali. E noi possiamo continuare a dedicarci allo shopping.Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-32217739.post-31717182345776845432009-11-19T13:23:00.008+01:002009-11-21T20:50:14.978+01:00Centre Pompidou II<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXkj3XFUKML_ZguSSsACr9CrTpl8p4hq-XKwgtRDec6D-ltXilPsfpYa-X2WhlRx8jy7dXftT_tAMM3luf-Lv0dwDR6YD67TbpqIDKzO6kd8rzuOw_Wpe7IQvMNbUNMFTyQRfc/s1600/Immag0088.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 240px; height: 320px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXkj3XFUKML_ZguSSsACr9CrTpl8p4hq-XKwgtRDec6D-ltXilPsfpYa-X2WhlRx8jy7dXftT_tAMM3luf-Lv0dwDR6YD67TbpqIDKzO6kd8rzuOw_Wpe7IQvMNbUNMFTyQRfc/s320/Immag0088.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5406646094534264770" /></a><br /><div><br /><br />Vivere vuol dire essere eccezionali. L'ho sempre saputo. Mi chiedo quando e perche' io l'abbia dimenticato. Quando ho iniziato a pensare che vivere volesse dire essere perfettamente banali?</div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-32217739.post-54283655071294725522009-11-19T11:37:00.001+01:002009-11-20T23:02:39.574+01:00Secondo giorno - centre Pompidou - otto dix<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmuOuPmBiEiyBny6a0wHBnvaPQ4JgRTgbHxASdc20FYqVyx-nLvIvWjMJDS6-KqLVt8IXtpHn8iXfsmIbQDP7BhfFu8rnxvTwkXU0wigTzGFaesFuyxAaNRAFt6BWpieVwKOxz/s1600/16Otto_Dix_Sy_von_Harden.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 231px; height: 320px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmuOuPmBiEiyBny6a0wHBnvaPQ4JgRTgbHxASdc20FYqVyx-nLvIvWjMJDS6-KqLVt8IXtpHn8iXfsmIbQDP7BhfFu8rnxvTwkXU0wigTzGFaesFuyxAaNRAFt6BWpieVwKOxz/s320/16Otto_Dix_Sy_von_Harden.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5406293944838997938" /></a><br /><div><br /></div>proprio tutto, non e' possibile cosi'.Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-32217739.post-84341122180045336832009-11-19T10:34:00.003+01:002009-11-21T20:44:16.135+01:00Dentro. Fuori.Un sasso nell'acqua.I miei pensieri.<br><br><br />Onde circolari che si espandono, e si riflettono su questi muri, rimbalzando e rimbombando in queste scatole che noi chiamiamo case. Si amplificano ad ogni giro e tornano su di me, mi colpiscono in faccia, mi torturano le orecchie, mi fanno lacrimare gli occhi e la mente. Fuori, ti prego, scappa da qui.<br><br>Quando sono in mezzo a un prato, le onde sono libere di espandersi all'infinito, di stemperarsi nella nebbia. Vorrei abbracciare un grande albero perche' assorba le mie vibrazioni, perche' il legno denso del suo corpo attutisca le mie paure, assorba le mie paure, smorzi il tremore dei miei pensieri. Perche' la sua enormita' mi nasconda il mondo.Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-32217739.post-55442678615878793692009-11-18T18:32:00.001+01:002009-11-20T21:36:06.907+01:00Louvre LoveE' solo il tuo viso che vorrei disegnare. Ogni ruga, ogni tua storia, ogni segno che la vita ha scolpito sul tuo viso. Mi piace il tuo viso come un libro da leggere, dove ogni pensiero ha lasciato una strofa, ogni avventura un ricamo. Dove ogni sofferenza ha inciso una linea sulla tua fronte e chiuso un capitolo nella tua vita.<br /><br />Mi piace che il tuo viso si ricordi dei tuoi sorrisi.Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-32217739.post-80581007055411013912009-11-18T18:05:00.004+01:002009-11-20T21:32:38.991+01:00Louvre IIPenso che questo sia in assoluto il posto piu' bello dove mi sia mai seduta a scrivere. E' un grande cortile, all'interno del museo, tutto intorno a me e' in pietra chiara, quasi bianca. Le scale bianche che scendono, il pavimento bianco del cortile, i quattro grandi vasi quadrati al centro del cortile. Bianchi. E nel centro dei vasi quattro alberelli verdissimi, bellissimi, tanto perfetti da sembrare archetipi. Un uomo di colore raccoglie le poche foglie cadute, ancora verdi, e tutto torna perfetto. Nessuno altro, nessuno piu'.<br /><br />Sola con le statue, statue tutto intorno a me. Statue romantiche che raccontano giochi di seduzione, statue eroiche di personaggi mitologici, statue onorifiche di re del passato. Occhi di pietra che si incrociano in uno scambio di sguardi vuoti.<br /><br />Non c'e' nessuno alle sei di mercoldi' sera. Ed io me ne sto seduta nel posto piu' bello del mondo. E sono sola.Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-32217739.post-30248506702371109632009-11-18T11:07:00.000+01:002009-11-20T21:25:12.734+01:00Primo giorno - Louvre ISeduta nella corte centrale del Louvre, guardo la bandiera francese. Sventola, orgogliosa. Le nuvole bianche corrono veloci su uno sfondo azzurro intenso, tutto e' molto parigino, molto ufficiale, quasi retorico. <br /><br />Le muse incorniciano la grande finestra al primo piano, i loro sguardi persi lontano. Chissa' cosa guardano. Magari sono magiche, magari i loro occhi di pietra attaversano muri e finestre e palazzi e barriere, e ci scrutano. Chissa'. Magari tutelano i grandi artisti, osservano la nascita delle grandi idee. O ridono delle nostre miserie. Chissa'.<br /><br />Ora entro.Unknownnoreply@blogger.com0