Friday, February 02, 2007

controllare per rassicurarsi

e' questo il senso della curiosita'? mi ricordo i tempi in cui ero cosi' gelosa. Sapere cosa Francesco facesse, controllare i suoi movimenti, spiare la sua vita, era l'unico modo per riuscire a stare tranquilla. Immagino sia stato terribile per lui, io non potrei mai sopportare una pressione del genere. Io che sono cosi' insofferente all'ingerenza degli altri nella mia vita e nelle mie scelte. Io che mi sento soffocata se qualcuno mi chiede di programmare con troppo anticipo una serata o un week end, io che voglio sempre poter decidere all'ultimo, secondo le mie esigenze. Che mi allontano dalle persone che mi chiedono troppo. Che voglio poter star sola, quando decido io. Che mi innervosisco se trovo che mi si faccia una domanda indiscreta. Ora lo capisco, non avrei mai soppportato qualcuno che tentasse di controllarmi, e mi richiedesse di giustificarmi ad ogni passo.

Ma io non mi fidavo. No, non riuscivo proprio a fidarmi di Francesco negli ultimi mesi della nostra relazione. E l'unico modo che trovavo per cercare di rassicurarmi era cercare di controllare la sua vita. Facevo bene?

Certo... Se non fossi stata cosi' gelosa forse non avrei mai scoperto che mi tradiva. Ma... se non fossi stata cosi' gelosa... mi avrebbe tradito? Probabilmente si. Ma almeno non avrei sofferto cosi' tanto. Voi pensate che sia dura subire la gelosia di qualcuno? Beh, allora non immaginate nemmeno quanto sia dura esserne in balia. Quanto sia difficile, e quanto in colpa e meschina ti faccia sentire. La gelosia ti consuma. Ti rode dentro. Francesco mi ha rinfacciato piu' volte di non averlo aiutato in un momento di confusione. Ma lui ha mai aiutato me? E soprattutto... ha mai capito che anche per me era un momento difficile, che anche io ero confusa, e avevo un disperato bisogno di aiuto? che io non ero una roccia a cui appoggiarsi, ma un fragile rametto che sentiva troppo vento, e stava per spezzarsi? Ha mai considerato che io non potevo dare aiuto, ma lo cercavo?

Mi sono spezzata, alla fin fine. Non ce l'ho fatta piu', proprio piu'. E lasciarlo e' stata una liberazione da una tortura. Avrei solo dovuto farlo prima, prima che la situazione che vivevamo mi portasse all'esasperazione totale. Ho dovuto farmi dire a chiare lettere che se la scopava. Ho dovuto farmi fare del male fino in fondo. Ho dovuto farmi dare l'ultimo colpo. Ho dovuto farmi disgustare dallo squallore delle sue parole. "Te la sei scopata prima o dopo quella bella mail in cui mi chiedevi... ehm... seriamente... di ricominciare?" "Sia prima che dopo". Ho dovuto sentire schifo sul mio corpo, al ricordo di aver fatto l'amore con lui. Ho dovuto raggiungere l'esasperarazione.

Ho dovuto farlo, se no non sarei mai stata in grado di rinunciare al mio caro amore. Non l'avrei fatto, se non avessi avuto l'animo spezzato.

E ora? da quasi due anni sto cercando di rimettermi a posto, ma e' come se avessi perso qualcosa che non riesco proprio piu' a trovare. Si chiama fiducia?

E la paura e' solo aumentata. La paura degli altri, e soprattutto la paura di ripetere i propri errori all'infinito. Gli errori che so di ripetere ancora adesso. Eppure, lo faccio ancora, quando lo imploro di dirmi che non sente piu' nulla per me, che non vede piu' futuro per noi. Ancora gli chiedo di aiutarmi a farmi del male. Gli chiedo di aiutarmi a distruggere anche il debole eco dell'amore che avevo per lui. Perche' spero che, rompendo anche l'ultimo sottile filo di speranza che mi lega ai miei vecchi sogni, riusciro' a superare le mie paure.

Dovrei essere capace di romperlo da sola, vero? vorrei potermi liberare da sola. Visto che solo da me dipende, inutile ripetere i propri errori: lui non puo' fare nulla. Certo lui non mi aiuta, come non ha mai fatto. Ma non e' colpa sua questo stato in cui ora.. cioe', ancora... sto. Dipende da me, solo da me. Posso farlo solo io. Solo che ancora non so come.

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