Tuesday, January 30, 2007

E noi non siamo immortali.

se quest'avventura da un lato mi attira,
dall'altro mi spaventa un po'
Elio [vitello dai piedi di balsa - Ripresa]

Non sto pensando ad avventure omosessuali, tranquilli. La vita e' gia' abbastanza avventurosa di suo.

La vera verita'... quella sincera, e' che... Una delle mie migliori amiche aspetta un bambino. E... beh cosa posso dirvi? Certo che sono emozionata per lei, e questa e' la cosa piu' importante. Mi immagino la gioia, e la vertigine che si deve provare quando ci si rende conto di essere sull'orlo di qualcosa che ti cambiera' la vita per sempre. Mi immagino la sensazione di solennnita', di euforia per i cambiamenti e le novita', e nello stesso tempo la senzazione di serenita' e pace nel rinunciare volontariamente a un'epoca della propria vita. Forse un po' di paura, ma sono sicura, anche tanto entusiasmo. La rassicurante sensazione di fiducia nel futuro. Mi sembra una cosa incredibilmente bella, ma... Ma mentirei se non confessassi che... un bambino, da una persona che mi e' tanto vicino, mi fa riflettere. Non e' una cugina grande, non e' un'estranea che ha avuto una vita diversa dalla mia. Potrei essere io, o quasi. Oggi e' lei, domani potrei essere io. Con una responsabilita' cosi' grande, a fare una cosa... da persone tanto grandi. Tanto definite.

E' una cosa bellissima per chiunque, e sono felice per lei. E' una cosa bellissima per lei. Ma io... per me come sarebbe?

Qualche anno fa desideravo profondamente crescere, per potermi sposare ed avere una famiglia. Pensavo che fosse il significato della vita, creare una famiglia, crescere i figli, amare la persona che hai al tuo fianco. Ed io volevo correre, impaziente, verso questo futuro che mi pareva tanto meraviglioso. Ora invece... l'idea non solo mi sembra irreale e irrealizzabile, forse non mi sembra piu' nemmeno attraente. Sacrificarsi cosi' a qualcuno, per qualcuno, che sia la persona amata, o addirittura i tuoi figli... no, in questo momento non mi sembra reale e nemmeno deisderabile. E quello che mi stupisce di piu' e' capire come sono cambiata, come sono cambiate le cose che voglio dalla vita. E mi chiedo quanta incoscienza sia necessaria per mettere al mondo un figlio.

Ma forse e' cosi' che nascono le cose migliori vero? Con incoscienza.

errori pacchiani

avete presente che per il presepe vendono spesso quegli alberi fatti di plastica bianca? li ho sempre considerati un po' tremendi, cosi' aritificiali, cosi' pacchiani. Pensavo che fosse la squallida imitazione di un albero innevato.

Poi e' arrivato ieri mattina. E gli alberi non erano innevati, ormai la neve e' caduta. Me erano completamente bianchi, ricoperti di brina. Dal fusto al piu' minuscolo dei rametti. Bianchi, come dipinti. E mi pareva di essere stata catapultata nel bel mezzo di un presepe, e... no, non era pacchiano. Per nulla. Era innaturale, ma non forzato. Incredibile come il cambio di un piccolo dettaglio... il colore che di natura associamo al legno, in questo caso... incredibile come un piccolo sbaglio riesca a rendere speciale una giornata.

Thursday, January 25, 2007

ancora?

sono proprio allegra in questi giorni. Canticchio tutto il tempo, e sono felice di andare in ufficio. E' uno dei periodi migliori della mia vita.

Pero', random, tipo... una volta ogni dieci giorni... senza motivo apparente, mentre sto programmando, o mentre chiacchero con chiara... mentre cucino, o andando a dormire... mentre guardo un trekkino... senza alcuna correlazione con la mia vita reale, d'improvviso, sento... non e' che io pensi a francesco... sento solo che mi manca un pezzettino di me, che era lui.

Dura solo un attimo.

E mi lascia... un po' cosi'.

non fa poi cosi' freddo...

e' arrivato l'inverno, incredibilmente. Se penso che solo tre giorni fa si usciva in maglione, guardare Ginevra ricoperta di neve mi fa quasi impressione.

Oh the weather outside is frightful
But the fire is so delightful
And since we've no place to go
Let It Snow! Let It Snow! Let It Snow!
Bing Crosby [Let it snow!]

E' iniziato ieri, di sera. Uscendo dall'ufficio ridevo sotto i primi grossi fiocchi di neve, e mi sentivo felice. Ho cercato un'aggettivo meno banale, ma non c'e' altra parola che possa descrivere un'emozione tanto spontanea, tanto pura. Tanto naturale. Tornando a casa ieri sera la neve e' entrata nel mio respiro e nei miei pensieri, e l'ho portata con me a passare la notte. I miei sogni sono stati bianchi, sereni, silenziosi. E anche in quel mondo la neve cadeva, senza fermarsi mai. Ero a madesimo, e osservavo le nuvole, uniformi sopra di me. Mi parevano una grande coperta che ricopriva la citta', stesa a proteggere il mio mondo. E sapevo che il buio era solo un'illusione, perche' le stelle erano sempre li dietro, e sarebbe bastato aver voglia di sbirciare dietro la coperta per vederle di nuovo, brillanti come al solito, luminose come la neve di notte.

Stamattina ho odiato la sveglia quand'e' suonata, ma poi mi sono chiesta se la neve per caso si fosse sciolta oppure... oppure. Il pensiero della neve mi ha fatto venire voglia di alzarmi. La mattina, la neve, Ginevra. Cosi' differente, bella, affascinante piu' del solito. Vestita del suo nuovo abito bianco. Preziosa. Ed e' bastato uno sguardo dalla tapparella appena alzata per rimanere incantata. Si, perche' la neve e' affine alla magia. Una magia che ti rende eforica, e ti fa sentire bambina.

scesa di casa avevo voglia di mettermi a giocare, ed in ufficio, con chiara, non si parlava d'altro. Siamo rimaste con l'idea di fare un pupazzo di neve al cern a immagine e somiglianza del gruppo di collimazione. E stasera.. beh tornavo da un locale, attraversavo a piedi la citta'. I rami degli alberi contornati di bianco, i fili del tram, la rete dell'aereoporto, che piena di neve pareva quasi un materasso. Le biciclette.

Il termomentro segnava meno quattro, ed io pensavo ai miei amici.

In fondo, in fondo non faceva poi cosi' freddo.

Monday, January 22, 2007

A cosa serve?

On me dit que nos vies ne valent pas grand chose,
Elles passent en un instant comme fanent les roses
On me dit que le temps qui glisse est un salaud
Que de nos tristesses il s'en fait des manteaux,
Pourtant quelqu'un m'a dit que...

Il mio cactus sta fiorendo. Sei bei boccioli rosa. Il primo dei boccioli si sta aprendo: un cuore giallo. Gli altri attendono, ed io stamattina li stavo osservando, li tenevo in mano. Sono cosi' belli. Dei petali cosi' sottili, cosi' fragili, in mezzo a mille spine. Osservavo il piu' grande. E pensavo che non ha nessun senso che fiorisca, non ha nessun senso qui. Tanta bellezza per nulla. A cosa serve il fiore di un cactus qui? a cosa serve il fiore di una pianta esotica, quando fuori nevica, ed il mondo non offre nulla di piu' di un bel panorama. E la consolazione piu' calda che si possa trovare qui a casa mia, e' giusto una tazza di the alla cannella.
Refrain
Que tu m'aimais encore,
C'est quelqu'un qui m'a dit que tu m'aimais encore.
Serais ce possible alors ?

Carla Bruni [quelqu'un m'a dit]

Uno spreco, un bellissimo, bellissimo spreco.

perche' non scrivo??

perche' vorrei farlo bene. Vorrei raccontare dei sei fiori del mio cactus, che piano piano si stanno aprendo. Dei quadri che ho appeso a casa, di sabato sera a ballare fino alle cinque. Vorrei raccontarvi di una domenica passata a vedere i trekkini e a fare lavori in casa, di un sabato mattina a correre con eva sul lungolago, in gennaio... in calzoncini corti. Vorrei raccontare quello che ho pensato, ascoltando il mio cantastorie. vorrei racontarvi dei discorsi fatti venerdi' notte, sulla religione cattolica, e sui piaceri della vita.

Vorrei parlare di cucina. E del disegno che sto facendo. E dei sogni strani che faccio.

Ma vorrei farlo bene, e non ho tempo, purtroppo.

Wednesday, January 17, 2007

pensieri felici (grandi)

un mio caro amico, ieri sera, mi ha detto che ha regalato un anello, alla sua ragazza, per natale.

Beh, mi sono commossa. Anche io ricevetti un anello a suo tempo. Non so se mai mi ricapitera', ma... beh. io penso che sia stato uno dei momenti piu' belli della mia vita, se non il piu' bello. Sentivo che ero diventata grande, che la mia vita si stava definendo, che tra i mille fili possibili ne avevo scelto uno. Con il quale avrei tessuto la trama della mia vita. Tra i mille colori possibili, avevo deciso quale desideravo piu' di tutti. Avevo scelto un compagno, con il quale avrei vissuto, e condiviso tutto. L'ultimo, ed il primo fra tutti. Ed e' stata l'unica scelta della mia vita per la quale... beh, non ero triste per le mille possibilita' escluse, e perse per sempre. Ne ero cosciente, ma non mi importava. Ero soddisfatta cosi'. Mi bastava cosi'.

Ok, mi ero sbagliata, ma non e' questo il punto. Il punto e' che so cosa vuol dire ricevere un anello, so quanto e' importante, e quanto e' bello. E a pensare alla mia amica che lo ha ricevuto... beh mi sono commossa per lei, per l'emozione che deve aver provato. Ne sono immensamente felice, e le auguro che tutti i sogni che in quel momento e' riuscita a sfiorare, si avverino al piu' presto. Lo spero davvero con tutto il cuore, per tutti e due.

Perche' so anche quanto puo' essere doloroso ridare un anello, e so cosa vuol dire ammetere che quei sogni, in cui per tanto tempo hai creduto, non si avvereranno mai.

pensieri felici (piccoli)

Otto e venticinque, l'ultima possibilita' di alzarsi per riuscire a uscire alle 8.45 di casa. La doccia e' esclusa, troppo tardi: scendere dal mezzanino, un lavaggio veloce al minimo, infilare due vestiti, mettere via il pc, ed e' gia' tempo di uscire di casa.

Eppure stamattina me ne sarei proprio rimasta al caldo del piumone. Fino a che... beh, non ho pensato alla mia lavastoviglie nuova, perfettamente funzionante. Il mio pensiero felice di oggi. E mi sono sentita piena di energie, mi sono alzata tutta contenta per andare a darle il buongiorno, e vedere come erano venuti i piatti!

Sono i pensieri felici quelli che ti fanno alzare dal letto la mattina.

E' un po' arido vero pensare che il mio pensiero felice sia una macchina? Forse. Oppure, forse non avete mai provato la sensazione di liberazione dalla schiavitu' che vi da l'acquisto di una lavastoviglie! :)

Monday, January 15, 2007

Cosa vuoi?

Narciso parole di burro
nascondono proverbiale egoismo nelle intenzioni

Come sono complesse le persone. Non sai mai come comportarti, non sai mai cosa pensano davvero, cosa vogliono. Soprattutto cosa si aspettano da te, quando dai fastidio, quando invece ti stanno aspettando.
Si puo' passare la vita a cercare di interpretare i comportamenti altrui, per poi continuare a sbagliare comunque. Si puo' cercare la risposta nei segni di una mano, o cercare di farsi convincere dalle stelle. Oppure ci si puo' far vincere dalla dalla paura, dalla pigrizia, dal comodo far nulla. e non fare nulla.


Oppure si puo'... "semplicemente"... decidere di agire per come desideriamo noi, e non in funzione degli altri. Inseguendo i nostri desideri, vivendo la storia che abbiamo sognato noi, inventando la nostra vita. Raccontando la nostra storia.
Raccontami le storie che ami inventare
spaventami

Carmen Consoli (Parole di burro)
E' dificile ascoltare gli altri?? troppo egoismo, troppo disinteresse? Io non credo. Credo che un po' piu' di ricerca della felicita' personale farebbe andare meglio le cose. Perche' in fondo la persona piu' difficile da ascoltare e' se stessi... e alla fine ci ascoltiamo talmente poco, da non sapere noi stessi, per primi, che cosa vogliamo.

Saturday, January 13, 2007

senza amore

In fondo ci sono milioni di persone che vivono benissimo senza amore, vero? Forse il problema della nostra societa' non sono i richiami alla violenza, o al sesso squallido, o al disinteresse verso gli altri. Per me il problema e' stato il mito dell'amore romantico di cui si vive, e per cui si rinuncia a tutto il resto. E senza il quale null'altro ha senso.

Sono tutte cazzate, l'amore non e' tutto nella vita. E non ci si deve sentire sbagliati, inferiori, peggiori degli altri, se non si e' tanto fortunati da incontrarlo. In fondo ho tante altre fortune, no? Sono nata in un paese bene o male libero, da una famiglia senza problemi economici, con dei genitori che mi adorano. In una bella famiglia, ho sempre avuto tanti amici, e tante persone che mi volevano bene. Sono intelligente, non un genio magari, ma sono intelligente. Mi sono laureata in fisica con il massimo dei voti, ora vivo in una bellissima citta', in un appartamento piccolo ma delizioso in centro Ginevra, di froonte a uno dei grandi magazini con gli attrezzi da cucina piu' fighi del mondo. Ho appena iniziato un dottorato di ricerca, su un argomento interessante, e sono contenta del nuovo gruppo dove mi trovo, e contentissima di dividere l'ufficio con una mia vecchia amica e con un ragazzo gentile e intelligente. Ho un mac, tutta la collezione di voyager, uno stipendio decente e una lavastoviglie nuova. Disegno, cucino, leggo, vado a ballare e a sciare. Sono circondata da amici che mi vogliono bene, con mille interessi.

E l'amore?... beh...

"Nel geloso inoltre c’è la mancanza di autostima che porta a non sentirsi sicuro di sé e della capacità di generare e di mantenere vivo l’amore."
[da una intervista alla psicologa M.Mazzilli]

e' proprio cosi' che mi sento. incapace di generare e di mantenere vivo l'amore. Non voglio fare la vittima o la depressa, lo dico seriamente. A volte non mi pare nemmeno triste, solo scontato.

Mi dico che sono stupida a pensare cosi'. Ci penso, ci ragiono, ma non serve. Non riesco a tirarmente fuori con la logica. E' una sensazione che... che ormai da un po' di tempo mi accompagna. E che si sta radicando in me sempre di piu', con il passare del tempo.

Friday, January 12, 2007

maledetto peluche

e' possibile commuoversi per glio occhioni di un orsacchiotto? quando gli schiacci le orecchie e sembra cosi' indifeso. triste. un cucciolo che ha bisogno di affetto.

E ti pare ancora piu' umano, fin troppo.

Sono quasi le tre del mattino, e' venerdi' notte, la mia nuova lavastoviglie non funziona, mia zia sta di nuovo male, ho gia' speso piu' del mio stipendio, non ho voluto uscire con gli spagnoli, e me ne sono stata a casa da sola a vedere voyager. ma dove sono gli uomini come roddenberry? Chissa' come sono questi personaggi, che conosiamo solo attraverso le favole che ci raccontano.

Un inizio di anno davvero in sordina questo qui.

Monday, January 08, 2007

prima o poi lo trovo...

... il passaggio alla quarta dimensione che ci dev'essere da qualche parte a casa mia. E allora, salteranno fuori i miei vecchi amici perduti: il telecomando, le lenti a contatto, il caricabatterie, il lettore di schede sd, la 2b che usavo per disegnare, il vecchio cellulare... e chissa' che altro ne saltera' fuori... e magari salta fuori anche picard....

Saturday, January 06, 2007

quanti anni hai?

udine, 3 gennaio, ore 00:29
pensavo che la peggiore fosse stata quando, a ventiquattro anni, mi hanno chiesto la carta d'identita' per un film vietato ai minori di quattordici. O forse l'anno scorso, 29 anni, quando in america mi hanno chiesto un documento per darmi una birra. Ma questa sera le supera tutte.

Ristorante in centro, molto elegante, mi presento insieme ai miei genitori e a due loro amici. D'accordo, io ero un po' informale: giacchetta sportiva e cappellino peruviano, forse i miei 30 anni non li esibivo appieno, ma tant'e'... mio padre ordina il vino e il cameriere porta quattro bicchieri. Ho pensato "forse non riusciva a portarne cinque in mano, ora portera' il mio". Fa fare la degustazione ad Ibraim, poi serve il vino agli altri. Ho pensato "una svista, si e' dimenticato". Ricontrollo una seconda volta con lo sguardo di non essermi sbagliata, poi guardo dubbiosa il cameriere, che, accortosi del mio gesto, alza gli occhi dal menu e mi dice: "io alla signorina non ho servito il vino..." con un sorriso a punto di domanda rivolto per meta' a me e per meta' a mio padre. "Beh, a dire il vero io lo gradirei..." replico. Accidenti se lo gradirei! tra l'altro era un ottimo refoscolo... E mio padre, con il suo solito tono di voce discreto, se la ride e mi urla: "ti ha dato 15 anni, mica ha capito che ne hai il doppio!!! trenta anni, altro che quindici!!!!". Ha fatto partecipe di questo piacevole intermezzo tutta quella bella sala elegante.

Ma forse non hanno tutti i torti, il cameriere, mio padre, Rossella (l'amica dei miei) che credeva che mio padre scherzasse, ed e' rimasta convinta per altre tre ore che ne avessi venti... forse non hanno torto. Perche' io sono arrossita, come un'adolescente. E allora, visto che si e' parlato di eta' per quasi tutta la sera, vi vorrei riproporre una frase detta da Rossella.. e no, non mi riferisco a "domani e' un altro giorno"... lei saggiamente diceva che "l'eta' e' uno stato mentale". Ed e' vero, e' vero per mia zia novantaquattrenne, che non definiresti mai una vecchietta. A meno che come stereotipo di vecchietta voi non abbiate in mente una bella signora di classe che legge ogni sera libri in inglese e in francese, ascolta la musica, e' informata sul mondo circostante, mi chiede di spiegarle come funziona LHC e la cui conversazione e' sicuramente piu' brillante e interessante della mia. Tranne quando si fa prendere dall'ansia (amica di famiglia, come dicevo ieri) e allora ha momenti di confusione che la fanno invecchiare di 20 anni.

E' vero per gli anziani, ma non solo. Bene ed io, mentalmente, o forse dovrei dire realmente, quanti anni ho?

Per alcune cose sono proprio una bambina timida, tanto da fare scena muta con persone piu' grandi di me, o di arrossire per l'errrore di un cameriere. Ho l'insicurezza di un'adolescente interrogata in latino su una versione nemmeno guardata. 14 anni?
Invece per altre cose ho la rigidita' e l'intransigenza delle vecchie zitelle. Ho i miei modi di fare le cose, le mie povere sicurezze alle quali mi agrappo... la parte tradizionalista di me. Evviva il burro, abbasso l'olio. 75 anni?

Quanti anni ho? non lo so, ma, sebbene suoni retorica, la verita' e' che... ho una gran volgia di crescere. E' la verita'.

l'uomo ideale?

udine, 2 gennaio, ore 18:00
fin da piccola, sono stata un'esperta della macchia.

tuttora penso che la aiax o la dixan dovrebbero assumermi per testare il loro prodotti... dovreste vedere che casino ho combinato con la stilografica.... io che riesco a sporcarmi fino ai gomiti anche con la bic, e che a colazione mi ritrovo briciole di pain au chocolat perfino nei capelli...

il mio uomo ideale? mastro lindo naturalmente.... ;)

Falling into the blue

udine, 2 gennaio 2007, ore 16:00
Mia zia abita al quarto piano, e a Udine vuol dire qualcosa. Sovrasti quasi tutti i tetti intorno, sbirci nel mondo degli spazzacamini. Vedi l'arco alpino che ti circonda, e conti le punte dei pini che svettano oltre l'altezza media delle case. Il verde degli alberi stona sempre nelle citta'. Piacevolmente.

Ma soprattutto, il cielo e' piu' grande, quando sei in alto.

Questo pomeriggio non sono andata all'ospedale, me ne son rimasta a casa di mia zia, devo studiare. Ho messo su la pastorale di mozart, letto la derivazione delle equazioni di Hills e... beh lo confesso, ho guardato fuori dalla finestra.

Lentamente, osservo il mondo sotto di me...
strade, tetti, antenne, camini
...poi lo sguardo si alza piano...
campanili, alberi, cupole
...si allarga, respira sempre piu' profondamente...
le cime scure dei monti, il candore della neve
... come per prepararsi, gradatamente, all'immensita'.
Il cielo.

Ma la mente umana non e' mai preparata all'idea di infinito. Almeno non la mia.

Sto cadendo nel blu?

Ansia

Udine, 2 Gennaio 2007, 00:15 AM
Colonna portante della mia famiglia da generazioni e generazioni, l'ansia segue fedelmente la dinastia dei pr***li, senza risparmiare nessun discendente. Ansioso e' mio padre, ansiosa sua zia, ansiosa mia sorella. Mia nonna, perfino mio nipotino. Ed io, per quanto in famiglia passi come la "easy" di turno, al limite dell'irresponsabilita', mi rendo conto essere molto piu' ansiosa della media delle persone che conosco. Come mai ci penso proprio oggi????

Che volete farci, il mio stile di scrittura e' davero banale. E cosi', se mi conoscete un poco, sapete che alla domanda retorica che ho scritto (retorica perche' io la risposta ce l'ho gia'...) segue il momento dell'antefatto chiarificatore. Ed eccolo qui, con tutte le premesse e la morale del caso.

--antefatto chiarificatore----
L'ambientazione e' udine, il preambolo e' un intero pomeriggio passato in ospedale a quello che temevamo fosse il capezzale della pro-zia 94enne (che a dire il vero migliora di giorno in giorno, in barba ad ogni previsione medica). I protagonisti dell'antefatto siamo io, mio padre, e mia madre: una rappresentanza della mia famiglia esigua ma affiatata. e soprattutto, verso le otto di sera, affamata. decisamente affamata. Cerchiamo un posto per mangiare qualcosa, e mia madre, sotto gli ordini attenti del generale babbuccio, incomincia a chiamare i ristoranti conosciuti per riservare tre posti. Siamo partiti dai ristoranti piu' belli (l'idea iniziale era di mangiare tartufo), e via via li abbiamo chiamati un po' tutti quelli che conoscevamo: ma nulla da fare. Sembra assodato che il lunedi' i ristoratori di Udine abbiano deciso di far morire di fame i poveri disgraziati che per sbaglio capitino in citta'. Cosi', ci affidiamo al caso: primo in lista nella lista del GPS della macchina di mio padre e' un posto chiamato "la vecchia pescheria": in centro Udine, il nome pare promettente. chiamiamo, e' aperto, prenotiamo. Due passi per il centro (appro, Udine e' davvero davvero bellina!!!) arriviamo in piazza XX settembre, dove mio padre scopre che la vecchia pescheria e' in realta' un nuovo risorante cinese.

Beh voi non conoscete mio padre, ma vi assicuro che, se lo conosceste, stareste gia' ridendo. Se non altro pensando alla faccia di mio padre quando ha scoprerto che mia madre aveva prenotato la sua cena in un ristorante cinese! Inutile dire che non ci siamo avvicinati a piu' di 50 metri dall'insegna di neon fucsia in cino-italiano. Ed eccola, qui si inserisce la vera protagonista della storia: l'ansia. Mio padre, a meta' tra l'arrabbiatura, il panico e la depressione, ha incominciato a girare come un cane rabbioso, battendo tutto il centro di Udine per trovare un ristorante adatto alle sue esigenze. A passo di corsa (vi lascio immaginare come io e mia mamma arrancassimo, cercando inutilmente di tenere il suo passo), dopo un giro di tre minuti aveva gia' deciso che tutti i posti incontrati facevano schifo. Quando ho osato proporre un'osteria che mi pareva carina, lui non si e' nemmmeno fermato a guardare, e ha esclamato: "Se volete fermatevi voi, io li non ci entro, fermatevi voi, io vado a dormire senza cena...". Il ricatto morale funziona sempre, l'unico problema e' che fa imbestialire mia madre.

Per farla breve, anche perche' mi sta venendo sonno, le sue esigenze non potevano essere soddisfatte a Udine, l'aveva gia' deciso. Quindi abbiamo dovuto prendere la macchina e incominciare a percorrere la statale verso nowhere per trovare un posto che ci nutrisse. Dopo qualche minuto (ma l'ansia li fa sembrare ore...) e milioni di imprecazioni, stavamo per andare in autostrada alla ricerca di autogrilll, quando... visione celestiale, oasi nel deserto, compare ai nostri occhi una pizzeria per folle oceaniche: il tipico posto da pizza delle scuole medie. Ci hanno messo due ore a servirci, e il posto era incasinato e pieno di marmocchi. Ma a quel punto... mio padre era soddisfatto. Elogiava il suo "istinto del viaggiatore" e la sua abilita' nel trovare un posticino adatto alle nostre (!?) esigenze. L'ansia era stata quietata.

fine dell'antefatto, eccovi la riflessione... la storia e i suoi protagonisti davanti allo specchio. che cosa ci vedo?

--- allo specchio---
Che dirvi? iinanzitutto che la pizza non era male, anzi era buona. Ed io, con mia madre, eravamo alla fine contente che mio padre si fosse tranquillizzato, il resto non importa. Ma, quello che mi ha fatto specie e' stato... il suo comportamento... come se la sua delusione nel non trovare un posto aperto fosse una sconfitta, qualcosa di personale... come se fosse responsabile di un disagio al quale solo lui, in fondo, dava peso. Non lo so perche', ma tutto cio' mi ha colpito... e' che... e' cosi' ridicola l'ansia vista da fuori, cosi'... uno spreco stupido, stupido, di energie e di emozioni. Perche' farsi prendere cosi' dalla paura, quando non c'e' motivo, quando si potrebbe stare tranquilli, e stando tranquilli ci si potrebbe godere la vita?

Ma poi, d'altra parte mi chiedo...Era davvero cosi'? o sono io che vivo con troppa apprensione l'insoddisfazione di mio padre? E' lui che mi trasmette ansia, o io vedo la mia ansia riflessa in lui?

bloggando da udine... introduction

Udine, 1 Gennaio 2007, ore 12:00 PM

E' mezzanotte del primo gennaio 2007, mezzanotte esatta! E dopo una mezzora di tentativi di addormentarmi, ho appena riacceso il pc.

Sono a udine a proprio proprio non ce la faccio a dormire. Questi giorni, lontani da un qualsiasi mezzo di comunicazione con il modno, mi paiono cosi' strani... il mio cellulare italiano e'... beh, al momento e' a bari. Il mio cellulare svizzero non ha piu' una lira, e qui a Udine non ho nemmeno una connessione ad internet. nemmeno uno squallido modem. Una vita disconnessa dal mondo, mi sento come se mi fosse stato strappato il cordone ombelicale intellettuale ed emotivo. mi sento a meta' tra un'orfana e una menomata. Oddio. Un'orfana menomata, terribile!

Non ho nemmeno un libro da leggere, e cosi' mi trovo davanti al pc, che senza la connessione internet mi pare... poco piu' di un soprammobile.... e per passare il tempo scrivo un poco. chissa' se poi queste cose le pubblichero' mai sul blog, o rimarranno da qualche parte, piccoli files txt perduti nel mio filesystem. In fondo non cambia molto, in fondo scrivo per me stessa. Ed oggi, pensavo proprio che avrei voluto riflettere su... beh sull'ansia. E per me riflettere vuol dire scrivere. Ma penso che qui spezzero' il post, se no diventa troppo lungo e non lo leggera' mai nessuno....

Friday, January 05, 2007

comunicazione di servizio

sono ancora viva...

(confortante, eh?)

...solo sono stata via tre giorni, totalmente disconnessa dal mondo esterno. Ora non ho la tranquillita' per scrivere nulla, ma aggiornero' il blog quando saro' a casa, domani sera. Dopo aver pianto sui cadaveri delle mie piantine, che si saranno seccate tutte.... povere, come mi sento in colpa. Ci saranno superstiti? I sensi di colpa ormai mi provocano incubi la notte...

Monday, January 01, 2007

botti?

altro che... sembra di essere a beirut...

certo una bella differenza con la svizzera dell'anno scorso... eheheh... bonne annee......