Friday, May 29, 2009

cuore

una lieve insufficienza mitralica, ma tutto a posto... l'ecocardiodoppler conferma: il mio cuore sembra funzionare ancora bene.

se lo dice il medico...

Wednesday, May 27, 2009

buongiorno

chissa' perche' ogni tanto perdo cosi' la bussola... mi sono ribilanciata, chissa' perche' soffro per non avere delle attenzioni che in realta' non mi interessano. Ma oggi splende il sole, e vale proprio la pena di cambiare argomento... 

Tuesday, May 26, 2009

non posso?

non posso fuggire? non posso anestetizzarmi? non posso sfuggire la realta'?

oh si che posso, posso proprio farlo. alla faccia dell'essere maturi e realistici. io scappo, e vaffanculo a tutti. basta prendere un aereo, andare dall'altra parte del mondo, farsi suora, dedicarsi alla meditazione o in alternativa sterminare il genere maschile. basta rinchiudersi in ufficio a lavorare, basta comprare una nuova serie di star trek... e non aprire alla porta.

o almeno, basterebbe spegnere il cellulare e non pensarci piu'...

Sotto?

non devo rimanerci male, non devo rimanerci male, questa volta no basta non ci rimango male. Eh no. Inutile rimanerci male adesso. Inutile quando te le cerchi, e poi perche', per chi? E poi, di nuovo? Non hai imparato nulla? No, certo che non ci rimarro' male, che me ne frega se le cose non cambiano. Ma io si che cambio, io si che imparo, io si che cresco. Non sono mica stupida io. Io. E si, io si. Io si che le faccio ancora le cazzate. 

Che stupida. 

"il tuo equilibrio è un posto
che tu passi e te ne vai" 
Stupida [Alessandra amoroso]




E faccio finta di niente...

Monday, May 25, 2009

questa volta...

... non mi faccio piu' trattare male. E se anche e' una cosa stagionale, non e' piu' la stagione di star male per me. convinti? convinta? no, non sono convinta per un cazzo, ma a furia di ripeterlo prima o poi ci credero'. 

me le cerco, e quando me le cerco cosi', non mi sento nemmeno in diritto di lamentarmi.

Sunday, May 24, 2009

corsi e ricorsi

o meglio, what goes around comes around. Sono le due di notte, non dormo, e guardando il soffitto bianco (al buio e senza occhiali) provo forte a digerire i calamari, a decifrare le azioni, a prendere uno straccio di scelta. Ed il pensiero che mi passa per la mente e' ringraziare dio che la storia con Francesco sia finita. Puo' un'atea come me ringraziare Dio? beh se e' permessa la bestemmia e' permesso anche il ringraziamento. Beh, grazie Dio, o chiunque vada ringraziato. 

Non rimpiango il dolore che ho vissuto, ne' lo sottovaluto. Ancora e sempre mi brucera' dentro. No, non mi sono dimenticata. Eppure sapete cosa? Ne e' valsa la pena, ne e' valsa ogni lacrima. Perche' solo ora mi rendo conto di quanto tremendamente noiosa e ripetitiva e frustrante fosse la mia vita con lui, e a pensare a quello che sarei ora, beh mi vengono i brividi. Presentarci a una festa mano nella mano, sorridere timidamente per poi stare a parlare con i soliti tre amici, sbaciucchiarsi talvolta e andarsene presto. Le cene il venerdi' sera, l'emozione di un dolce diverso o di un film nuovo al cinema. I sabati pomeriggio a sonnecchiare davanti alla tv mentre lui stava al pc. Fare sesso, ogni tanto, con sempre meno voglia e poca fantasia. Mi vedo come fosse ieri. Io non sono cosi', non lo ero e non potro' mai esserlo. Ho sbagliato anche solo a provarci, perche' mi faceva sentire frustrata. Io sono piena di curiosita' e voglia di sentirmi viva. Ho voglia di ridere forte e bere e ballare ad occhi chiusi. Io voglio, voglio e voglio. Poi faccio quello che riesco, ma il punto e' volere. Voglio vivere e conoscere e respirare i profumi del mondo, voglio esplorare e capire e crescere. Voglio parlare con milioni di persone e conoscere mille storie diverse. Voglio girare e correre e cadere e rialzarmi mille e mille volte ancora. Voglio mordere la vita, non mangiarla educatamente con il fazzoleto di lino al collo come mamma e papa' ti hanno insegnato. Gomiti giu' dal tavolo, per favore. E non sbadigliare. Come si fa?

Non giudico la vita di nessuno, ho un grande rispetto per le scelte diverse dalle mie. Ognuno ha la sua idea personale di felicita', quella degli altri non posso certo giudicarla. Ma conosco il mio inferno, e si chiama noia. E si sarebbe chiamato Francesco, nel giro di pochi anni. O forse gia' lo era.

Chi l'avrebbe mai detto... what goes around comes around. Ma noi non siamo condannati a ripetere i nostri errori, per fortuna.

Monday, May 11, 2009

caffe'

Sono in uno starbucks a Vancouver, bevendo un caffe' e aspettando che il tempo passi. Sprecandolo e scrivendo sul blog. Il caffe' e' amaro, tostato, quasi fastidioso in bocca. E mi ricorda mille altri caffe'. Mi ricordo un caffe' a chicago, subito dopo aver visto il museo di arte moderna, magiando un muffin alla cannella e guardando la citta' passare. Aspettando la prima neve. Mi ricordo il caffe' che prendevo la mattina al fermilab, nella high rise: il tempo di rientrare in fretta in macchina e il caffe' era gia' rafreddato dal vento. Il vento gelido del nord, che ti fa lacrimare gli occhi e battere i piedi per terra. E i caffe' di ginevra, i caffe' a casa di eva, mangiando biscotti con la frutta secca. E ancora i mille caffe' con matteo, il sabato matina, e le parole intrecciate al sapore e la torta al limone e il pensiero che tutte le amicizie scompaiono lentamente. E gli amori anche. Un caffe' all'anno con francesco, e nemmeno piu' quello ormai. Il caffe' con baileys, e il caffe' shakerato di andrea, al bar gran prix in centro monza, seduti ai tavolini al sole. I suoi amici del caffe', mi facevano paura, cosi' grandi e cosi' diversi da me. I primi caffe' al liceo, quando berli ti fa sentire grande. I caffe' con la giudy, al moderno dopo un panino al woody. I caffe' riscaldati di anna, giocando tutta la notte ai giochi di ruolo. Ma soprattutto quelle tre gocce di caffe' che mia madre mi metteva nel piattino con lo zucchero, non troppe che il caffe' ai bambini fa male, ma comunque concesse perche' l'odore della caffettiera mi piaceva troppo. Mentre lei beveva quello vero, per i grandi, chiaccherando con le sue amiche, metre io giocavo sulle sue gambe.

E le paulista? mio padre me le portava in ospedale, perche' dopo l'operazione erano lunica cosa che mangiavo. Come sono cambiate le cose.

Guardi la vita passare in un bar e ti chiedi se sai dove stai andando tu, se lo vuoi e se davvero e' troppo tardi per fermarsi, per cambiare direzione. Se quella bambina di quattro anni se lo sarebbe mai immaginato. Se farai ancora in tempo, o se e' inevitabile cosi', se nel burrone che hai davanti ci finirai di sicuro. Se la tua vita sara' pervasa del caldo profumo della cucina di tua madre, o se avra il sapore amaro e indigesto di un caffe' senza caratere. Perche' la vita a volte sembra solo un fondo troppo diluito, che aspetta di essere finito in un tempo morto. Come questo caffe' freddo.