Monday, November 23, 2009

sogno di una notte a Parigi.

Siamo insieme, tu guidi la macchina di matte. In svizzera. Ci fermiamo in un paesino medievale, cerchiamo un parcheggio, ma tu non hai voglia di far fatica, cosi' parcheggi nella piazza centrale, di fianco alla bella scalinata che porta verso lago. Una ruota e' in bilico sul primo gradino, il resto della macchina parzialmente nascosto da un grande contrafforte. La macchina e' instabile e storta come un quadro cubista. Io sono sicura che non si possa parcheggiare li, mi preoccupo, ma tu mi dici di lasciar perdere. Sei scocciato, di fretta. Sto ancora pensando alla macchina, ti dico che secondo in quel punto disturba: faccio per prendere la scalinata per tornare a vedere, ma tu ti arrabbi, mi deridi, mi dici che non sei certo disposto a fare tanta fatica. Mi dici che non sono fatti miei, di non pensarci, ti giri e ti allontani. Mi ferisce quello che dici, ma lo accetto. Ti seguo, e cerco di smettere di pensarci.

Passeggiando, al fianco ma senza parlarci, arriviamo lago. Il paesaggio e' splendido, lunare e silenzioso. Ma e' notte, e mi rendo conto che c'e' qualcosa di profondamente sbagliato: dovrebbe essere mattino. Come puo' essere ancora notte? non mi torna, ma non importa, e' splendido, inquietante e splendido. Il lago e' di un nero profondo, eccetto una macchia azzurra brillante nel centro, meravigliosa e intensa come puo' essere solo il mare di alcune spiagge sarde, o un secchio di vernice. Puro colore.

Mi avvicino per vedere meglio. Strano. Mentre mi avvicino vedo qualcosa che si muove. E mi rendo contro che ci sono dei mostri nell'acqua, si vedono in controluce nella parte piu' chiara. Uno, poi dieci, poi a centinaia. Enormi. I mostri si mangiano il colore, forse disturbano il fondale, chissa': la macchia azzurra incomincia a confondersi con il nero delle acque circostanti, con il nero dei mostri. Sta perdendo tutta la sua luce. Sono sconvolta, alzo il viso in cielo e mi rendo conto che la luna e' scomparsa, come una lampadina appena spenta. Rimane solo un alone, una memoria ottica, un'idea destinata al mondo tra i sogni e le illusioni.

E' mattino ora, d'improvviso. La luce livida e piatta del mattino invade prepotente ogni cosa che mi circonda, la loro anima non puo' piu' trasparire. Tutto e' grigio ora ai miei oggi, ed io sono sola. Tu sei tornato al lavoro, senza nemmeno aspettarmi. Mi hai mandato un sms.

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