Saturday, June 23, 2007

otto anni.

stavo camminando, scendevo verso il fiume. Saranno state le due del pomeriggio, quando il mondo e' vivo ma non c'e' nessuno per le strade. Ero sola, pensavo ai fatti miei, guardavo il mondo da dietro gli occhiali da sole. Ero felice, come non lo ero stata da anni. Felice. Un ragazzino, avra' avuto otto anni, risaliva la strada correndo, magro con le gambe lunghe da cavalletta. Solo, anche lui, e assorto. Solo. Sara' per questo che mi son sentita davanti a uno specchio?

E pensavo a quel ragazzino fra dieci anni, quando forse si innamorera' per la prima volta, quando la vita gli sembrera' una mela rossa, croccante, tutta nelle sue mani. Un'avventura da mordere. Pensavo a quanta vita, accidenti, deve ancora assaporare. Pensavo che a otto anni mi immaginavvo grandi avventure, ma non mi sarei mai immaginata cosa volesse dire viverle. Pensavo che e' difficile capire se invidio i suoi otto anni, o se provo pena per il male che gli sara' fatto.

Pensavo che in fondo lo invidio, perche' la mia vita la rivivrei tutta. Pensavo. Ma in fondo ero felice.

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