Saturday, January 06, 2007

Ansia

Udine, 2 Gennaio 2007, 00:15 AM
Colonna portante della mia famiglia da generazioni e generazioni, l'ansia segue fedelmente la dinastia dei pr***li, senza risparmiare nessun discendente. Ansioso e' mio padre, ansiosa sua zia, ansiosa mia sorella. Mia nonna, perfino mio nipotino. Ed io, per quanto in famiglia passi come la "easy" di turno, al limite dell'irresponsabilita', mi rendo conto essere molto piu' ansiosa della media delle persone che conosco. Come mai ci penso proprio oggi????

Che volete farci, il mio stile di scrittura e' davero banale. E cosi', se mi conoscete un poco, sapete che alla domanda retorica che ho scritto (retorica perche' io la risposta ce l'ho gia'...) segue il momento dell'antefatto chiarificatore. Ed eccolo qui, con tutte le premesse e la morale del caso.

--antefatto chiarificatore----
L'ambientazione e' udine, il preambolo e' un intero pomeriggio passato in ospedale a quello che temevamo fosse il capezzale della pro-zia 94enne (che a dire il vero migliora di giorno in giorno, in barba ad ogni previsione medica). I protagonisti dell'antefatto siamo io, mio padre, e mia madre: una rappresentanza della mia famiglia esigua ma affiatata. e soprattutto, verso le otto di sera, affamata. decisamente affamata. Cerchiamo un posto per mangiare qualcosa, e mia madre, sotto gli ordini attenti del generale babbuccio, incomincia a chiamare i ristoranti conosciuti per riservare tre posti. Siamo partiti dai ristoranti piu' belli (l'idea iniziale era di mangiare tartufo), e via via li abbiamo chiamati un po' tutti quelli che conoscevamo: ma nulla da fare. Sembra assodato che il lunedi' i ristoratori di Udine abbiano deciso di far morire di fame i poveri disgraziati che per sbaglio capitino in citta'. Cosi', ci affidiamo al caso: primo in lista nella lista del GPS della macchina di mio padre e' un posto chiamato "la vecchia pescheria": in centro Udine, il nome pare promettente. chiamiamo, e' aperto, prenotiamo. Due passi per il centro (appro, Udine e' davvero davvero bellina!!!) arriviamo in piazza XX settembre, dove mio padre scopre che la vecchia pescheria e' in realta' un nuovo risorante cinese.

Beh voi non conoscete mio padre, ma vi assicuro che, se lo conosceste, stareste gia' ridendo. Se non altro pensando alla faccia di mio padre quando ha scoprerto che mia madre aveva prenotato la sua cena in un ristorante cinese! Inutile dire che non ci siamo avvicinati a piu' di 50 metri dall'insegna di neon fucsia in cino-italiano. Ed eccola, qui si inserisce la vera protagonista della storia: l'ansia. Mio padre, a meta' tra l'arrabbiatura, il panico e la depressione, ha incominciato a girare come un cane rabbioso, battendo tutto il centro di Udine per trovare un ristorante adatto alle sue esigenze. A passo di corsa (vi lascio immaginare come io e mia mamma arrancassimo, cercando inutilmente di tenere il suo passo), dopo un giro di tre minuti aveva gia' deciso che tutti i posti incontrati facevano schifo. Quando ho osato proporre un'osteria che mi pareva carina, lui non si e' nemmmeno fermato a guardare, e ha esclamato: "Se volete fermatevi voi, io li non ci entro, fermatevi voi, io vado a dormire senza cena...". Il ricatto morale funziona sempre, l'unico problema e' che fa imbestialire mia madre.

Per farla breve, anche perche' mi sta venendo sonno, le sue esigenze non potevano essere soddisfatte a Udine, l'aveva gia' deciso. Quindi abbiamo dovuto prendere la macchina e incominciare a percorrere la statale verso nowhere per trovare un posto che ci nutrisse. Dopo qualche minuto (ma l'ansia li fa sembrare ore...) e milioni di imprecazioni, stavamo per andare in autostrada alla ricerca di autogrilll, quando... visione celestiale, oasi nel deserto, compare ai nostri occhi una pizzeria per folle oceaniche: il tipico posto da pizza delle scuole medie. Ci hanno messo due ore a servirci, e il posto era incasinato e pieno di marmocchi. Ma a quel punto... mio padre era soddisfatto. Elogiava il suo "istinto del viaggiatore" e la sua abilita' nel trovare un posticino adatto alle nostre (!?) esigenze. L'ansia era stata quietata.

fine dell'antefatto, eccovi la riflessione... la storia e i suoi protagonisti davanti allo specchio. che cosa ci vedo?

--- allo specchio---
Che dirvi? iinanzitutto che la pizza non era male, anzi era buona. Ed io, con mia madre, eravamo alla fine contente che mio padre si fosse tranquillizzato, il resto non importa. Ma, quello che mi ha fatto specie e' stato... il suo comportamento... come se la sua delusione nel non trovare un posto aperto fosse una sconfitta, qualcosa di personale... come se fosse responsabile di un disagio al quale solo lui, in fondo, dava peso. Non lo so perche', ma tutto cio' mi ha colpito... e' che... e' cosi' ridicola l'ansia vista da fuori, cosi'... uno spreco stupido, stupido, di energie e di emozioni. Perche' farsi prendere cosi' dalla paura, quando non c'e' motivo, quando si potrebbe stare tranquilli, e stando tranquilli ci si potrebbe godere la vita?

Ma poi, d'altra parte mi chiedo...Era davvero cosi'? o sono io che vivo con troppa apprensione l'insoddisfazione di mio padre? E' lui che mi trasmette ansia, o io vedo la mia ansia riflessa in lui?

No comments: