Sunday, March 25, 2007

su mia nonna

forse e' meglio lasciarle sedimentare le emozioni, o forse no, forse si rischia solo di far passare tutto in sordina, di lasciar cadere nel fango dell'abitudine quotidiana anche quelle cose che dovrebbero brillare come diamanti, come simboli di tutta una vita.

non staro' a fare un grande epitaffio funebre, evitero' le sparate che ha fatto mia zia, non urlero' "grazie nonna" dal nessun pulpito, nemmeno da quello di questo sconosciuto blog. Mia nonna non era certo una santa. Pero' era una donna con carattere. Non aveva certo una gran cultura, ma era una donna forte, e di un'intelligenza pratica. Era una donna che se la sapeva sempre cavare, e nella vita lo ha dovuto dimostrare più' volte. Non era arrivata alla quinta elementare, ma la sua conversazione era particolarmente brillante, e di lei si puo' sicuramente dire che era una persona di spirito. I suoi ospiti non si sono mai annoiati, era lei che si annoiava di chiunque. In fondo in fondo, sotto una patina di cortese ipocrisia, disprezzava e prendeva in giro chiunque non fosse della famiglia. Gli argomenti del suo salotto erano i pettegolezzi, e gli amici erano i complici di malignita' piccole e grandi, da sala da the. Non penso fosse una donna felice, concentrata sempre e solo su se stessa e su suo marito, incattivita forse dalla sua malattia, che l'ha resa zoppicante fin da quando era sposina. E dopo la morte di mio nonno, ormai piu' di 20 anni fa, non ha piu' voluto cercare gioia nella vita Ha amato mio nonno per tutta la vita, di un amore assoluto e con una dedizione d'altri tempi, e dopo che lui e' morto, non si e' mai davvero piu' ripresa. Amava i figli, abbastanza, credo. I nipoti, poco. Ma a mio nonno ha dedicato se stessa.

Era una manipolatrice mia nonna, e terribilmente parziale nei giudizi e negli affetti. Non nascondeva certo le preferenze che aveva tra i suoi figli o tra noi nipoti. E qualcuno ne ha sofferto molto. Mio padre, prima, e mia sorella, poi, ne hanno piu' di tutti subito le conseguenze. Questo mi ha sempre fatto una gran rabbia.

Ma era una donna che lasciava il segno.

"nel bene o nel male,
la mamma era un centro,
attorno al quale le persone
si radunavano e si muovevano"
[mio padre]

Eppure al suo funerale ho pianto sinceramente. Eppure c'era un sacco di gente per l'ultimo saluto a questa vecchina di quasi 92 anni, di cui almeno 60 anni con le gambe malate, di questa vecchina piccola, che la bara l'ha lasciata mezza vuota, di questa vecchina con la fronte ormai tirata, il naso ormai aguzzo, e il mento, o la baslotta, come dicono i miei, la baslotta... da persona anziana. Anziani. Quando, come appena nati, le differenze tra uomo e donna scompaiono. Quando, come appena nati, hanno bisogno di te, e da soli non ce la possono proprio fare.

Ma la nostra vecchina aveva ancora gli occhi sempre limpidi, azzurri come il cielo sopra la collina bergamasca, nelle giornate d'estate quando mi teneva fuori dal salettino, a farmi ballare sulle sue gambe. A farmi giocare con i sassini del vialetto. E le gotine le aveva come due pesche, lisce e morbide come le albicocche dei nostri alberi. Almeno fino a un mese fa, l'ultima volta in cui l'ho vista.

E poi ieri, ma in fondo non ho visto lei, vero? Non avevo mai avuto il coraggio di entrare in un'urna funeraria, non c'ero mai riuscita. Ieri sono entrata. E' strano, la prima cosa che ti viene da pensare e' quella di... avere davanti un guscio vuoto. Lo so puo' parere banale, ma e' davvero questa la sensazione che ti lascia. Impressionante, scontato e impressionante. E la sensazione peggiore e' proprio l'idea di quel vuoto. C'e' tutto, cuore polmoni cervello. Suppongo ci fosse tutto, ma lei non c'era piu'. Ecco quello che ho pensato, ecco quello che salta agli occhi quando guardi un cadavere.

C'era tutto, ma non c'era piu' la mia nonna.

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